Sei ore, 56 minuti e 22 secondi. È durata tanto questa edizione della 24 Ore di Le Mans per il team Cetilar Racing, alla sua quinta partecipazione nella gara de La Sarthe. La prima con la Ferrari 488 GTE numero 47 e purtroppo anche la prima che la squadra “all made in Italy” non ha potuto portare a termine.
Un incidente nel corso del 90° giro innescato da un azzardato tentativo di sorpasso da parte di una Porsche della categoria superiore, ha infatti mandato inesorabilmente contro le barriere Roberto Lacorte, che in quel momento si trovava al volante. Impossibile ripartire, vista l’entità dei danni, e grande la delusione da parte di tutti. Deluso il pilota toscano, che stava completando uno stint difficilissimo per via della pista umida, specialmente in alcuni tratti. Deluso il suo compagno Antonio Fuoco, alla sua prima esperienza nella gara francese, nella qualifica terzo della LMGTE Am, ottimo quarto nella Hyperpole, perfetto nelle prime due ore e mezza quando era anche riuscito a portarsi al comando della propria categoria. Deluso anche Giorgio Sernagiotto, alla pari di Lacorte anche lui alla sua quinta partecipazione nella 24 Ore di Le Mans, il quale aveva condotto egregiamente il suo secondo turno di guida.
Tanta amarezza anche da parte di tutti gli uomini del team, sotto la gestione tecnica della AF Corse, che come sempre avevano messo anima e corpo per affrontare questa ennesima avventura. Uno “zero” che certamente non fa bene neppure in ottica classifica, visto che alla vigilia di questo quarto dei sei round del Campionato Mondiale Endurance FIA WEC, Lacorte, Sernagiotto e Fuoco occupavano la leadership di classe dopo avere vinto la 8 Ore di Portimão ed avere centrato un terzo posto nella gara inaugurale di Spa.
Questa 89ª edizione della 24 Ore di Le Mans era partita con la pioggia, due extra formation lap ed un piccolo grande brivido ancora prima del via, con il tamponamento subito nel corso primo giro di ricognizione da un incolpevole Fuoco, colpito dall’altra Ferrari della Inception Racing guidata dall’inglese Ben Barnicoat. Un incidente che si è risolto con un lieve danno ad uno scarico della vettura Cetilar Racing, ma che fortunatamente non ha impedito al pilota cosentino, scattato ovviamente con le gomme da bagnato, di mantenere al via la quarta posizione, risalendo poi secondo e portandosi al comando al termine della mezzora.
Fuoco è rimasto davanti fino a una decina di minuti dal termine della prima ora, quando è rientrato ai box per montare le slick, con l’asfalto che ha iniziato a migliorare gradualmente. Rientrato in pista, è quindi rimasto sempre nel gruppo dei primi, lasciando il testimone intorno alle 18.30 a Sernagiotto, quasi in concomitanza con un’altra pur breve perturbazione. Il veneto si è confermato ancora tra i primi, andando ad occupare il secondo posto, prima dell’uscita di pista della Aston Martin di Marcos Gomes che ha reso necessario l’intervento della safety car. Al re-start Sernagiotto è risalito primo, battagliando con l’altra 488 GTE di Scott Andrews e resistendo agli attacchi dell’australiano, effettuando in seguito una breve sosta carburante per rientrare poi terzo.
Alle 21, dopo cinque ore di gara, a salire in macchina è stato quindi Lacorte. Un quarto d’ora dopo ancora una safety car per un incidente alla curva Dunlop tra due vetture LMP2 che hanno rischiato di coinvolgere anche la “numero 47”. Alla ripartenza (dopo una neutralizzazione di una ventina di minuti), con la pista molto scivolosa sia per la pioggia caduta ancora a tratti che per l’abbassarsi delle temperature all’approssimarsi della notte, il pilota toscano è transitato quinto. Al termine della sesta ora un breve Full Course Yellow.
Alle 22.25 un’ulteriore safety car per l’uscita di pista della Porsche di Egidio Perfetti. In quel momento esatto, la Ferrari di Cetilar Racing è risalita settima dopo una precedente divagazione. Infine l’incidente a Tertre Rouge, in una fase molto complicata condizionata dalla pista particolarmente umida in alcuni tratti: il tentativo di una Porsche LMGTE Pro di infilarsi in un punto delicato ed il contatto che ha portato la vettura di Lacorte sulla via di fuga asfaltata ma resa scivolosa dalla pioggia; quindi lo stop contro il guardrail.
“Quello che è successo penso sia abbastanza chiaro a tutti – ha commentato Roberto Lacorte –Venivo fuori da uno stint difficile, con pioggia a intermittenza e alcune parti del circuito asciutte, in condizioni veramente molto variabili. Tanto è vero che durante quell’ora sono successi diversi colpi di scena. Però avevo le gomme in temperatura ed ero riuscito finalmente a prendere il giusto ritmo. Peccato che una Porsche con tre giri di ritardo mi è entrata dentro, senza usare mezze parole, in maniera stupida. Stupida anche perché nel tratto seguente c’è il rettilineo dell’Hunaudières e trattandosi di una Pro avrebbe potuto passarmi senza problemi in velocità. Purtroppo, proprio in quel tratto la parte asciutta seguiva delle linee ben precise; altrimenti, probabilmente, anche con quella toccata avrei potuto riprendere la vettura e limitare i danni. Peccato, perché potevamo senza dubbio fare bene e perché questo risultato finisce con influire sulla classifica del campionato. In compenso posso senza ombra di dubbio dire che fin dalle libere abbiamo dimostrato di avere una delle tre macchine più veloci. Tutti i ragazzi del team sono estremamente motivati da una passione fantastica; è stato commovente constatare la loro delusione, così come lo è quando possiamo gioire tutti insieme come è successo già quest’anno. Adesso semplicemente non vedo l’ora di andare in Bahrain”.
“Ero riuscito a fare una buona qualifica il giovedì. Anche la partenza e tutta la prima fase della gara aveva preso una piega molto positiva – ha aggiunto Antonio Fuoco – Purtroppo siamo stati due volte sfortunati; la prima perché il contatto con la Porsche ha mandato Roberto contro le barriere e poi perché non è stato più possibile ripartire. Abbiamo perso certamente tanti punti per il campionato, ma allo stesso tempo adesso dobbiamo cercare di rimanere concentrati. Non siamo ancora fuori dai giochi per la classifica e proveremo a dare il massimo sino alla fine”.
“La 24 Ore di Le Mans è la gara più difficile del mondo, pertanto cose del genere possono succedere – ha detto Giorgio Sernagiotto – Ciò non toglie che siamo stati sempre molto veloci. Eravamo costantemente nei primi tre. Abbiamo dimostrato di essere in grado di giocarcela sino alla fine, di avere una line-up di piloti assolutamente all’altezza, con tecnici, meccanici e ingegneri semplicemente super. Non posso che essere ottimista per le prossime due gare. Questa qui è andata in questo modo, ma ci sta anche… Le Mans può essere una straordinaria amante, così come una crudele compagna”.
Adesso seguiranno oltre due mesi di pausa. Poi la doppia trasferta del Bahrain, con la 6 Ore in programma il 30 ottobre e la 8 Ore appena una settimana dopo.