Cetilar Racing guarda al Glen dopo il trionfo di Sebring
Manca un mese al prossimo impegno della Six Hours of the Glen, terzo degli appuntamenti dell’IMSA Michelin Endurance Cup. Un impegno a cui il team Cetilar Racing giunge dopo aver conquistato lo scorso marzo alla 12 Ore di Sebring uno storico successo nella classe GTD con la Ferrari 488 GT3 Evo 2020 numero 47 divisa da Roberto Lacorte, Giorgio Sernagiotto e Antonio Fuoco e gestita dalla AF Corse.
Una lunghissima attesa, interrotta nei giorni scorsi dai test svolti proprio sul tracciato di Watkins Glen, nello stato di New York. “Tornare in pista dopo avere vinto a Sebring ha un significato particolare che ho percepito in questi test che abbiamo svolto al Glen, che sono andati peraltro molto bene, con una vettura sempre ben bilanciata e prestazioni top – ha spiegato Roberto Lacorte – In generale ci sentiamo tutti più confidenti. In Florida, nella 12 Ore, abbiamo toccato con mano il significato di sapere gestire al meglio le gare americane dell’IMSA. Questo ci ha consentito di acquisire maggiore sicurezza e consapevolezza, facendoci anche carico della responsabilità di puntare a un altro risultato importante”.
La vittoria di Sebring ha permesso all’equipaggio del team Cetilar Racing di acquisire dei punti importanti, collocandosi attualmente quinti nella classificaGT Daytona drivers, a sole cinque lunghezze dai leader Brendon Iribe/Ollie Millroy/Jordan Pepper (McLaren).
Per Lacorte, Sernagiotto e Fuoco si tratterà della prima volta sulla pista di Watkins Glen. Un tracciato magico e difficile.
“Quella del Glen è una pista incredibile. Finché non ci giri, non riesci a capire quanto sia “da paura”– ha proseguito Lacorte – Non avevo mai girato su un tracciato del genere. Un circuito velocissimo, dove vai forte dappertutto e gli errori non sono ammessi. Una classica pista americana rischiosa e bella”.
Eppure, per Lacorte questi mesi di attesa sono stati pienissimi, con il debutto di FlyingNikka, la nuova e avveniristica imbarcazione, racer che navigherà in modalità full foiling, concepita per la sfida nel mondo della vela di cui lo stesso pilota pisano è protagonista.
“Il passo tra la 488 e la barca a vela, oggi è ancora più breve. Sia sotto l’aspetto fisico, quanto riguardo a quello delle tecnologie avanzate che vengono impiegate – sostiene Lacorte – Il rischio e la velocità dell’uno e dell’altro sport si sovrappongono, così come la componente organizzativa. Direi che c’è una continuità di gesti sportivi, che addirittura si portano dei contributi vicendevoli, con uno spirito di complementarità. Dieci anni fa nessuno poteva mai immaginare una cosa del genere. La vela ha fatto un balzo in avanti enorme nell’ambito della tecnologia. Siamo arrivati ad avere dei mezzi dalle prestazioni inimmaginabili e in più si è aggiunta la componente del rischio, dell’incidente, che già fa parte del dna delle corse in auto”.
L’appuntamento è per il fine settimana del 25 e 26 giugno, con la 6 Ore di Watkins Glen che precederà a sua volta la Petit Le Mans di Road Atlanta a inizio ottobre. Un’edizione della gara americana che ha visto la Ferrari conquistare il suo ultimo successo assoluto nel 2001, ottenendo in totale sei trionfi.