Una 4 Ore di Silverstone conclusa con grinta e determinazione

Per la scuderia Cetilar Villorba Corse il fine settimana della 4 Ore di Silverstone sulla Dallara P217 di classe LMP2 era iniziato con prove libere molto competitive, ma fin dal primo giro della corsa noie elettroniche ne hanno poi condizionato il risultato finale, che ha visto comunque il team italiano reagire e concludere al traguardo con Roberto Lacorte, Giorgio Sernagiotto e Felipe Nasr.

Nel quarto round della European Le Mans Series, il terzo tempo (primo fra le Dallara) delle seconde prove libere aveva soddisfatto la squadra diretta da Raimondo Amadio e solo il traffico incontrato nel giro veloce aveva rallentato Nasr nel terzo settore in qualifica. In gara, dopo un buono scatto di Sernagiotto dalla partenza, il team ha però subito registrato inconvenienti tecnici che hanno costretto più volte ai box il prototipo. Dopo aver cambiato numerosi elementi e aver perso quasi un’ora al pit, la situazione si è risolta con la sostituzione del sensore dell’acceleratore. Il team ha comunque deciso di ripartire per onorare il campionato, il proprio ruolo di competitor e raccogliere punti preziosi per la classifica Pro Am.

Il team principal Raimondo Amadio commenta dopo l’impegno in terra inglese: “Torniamo da Silverstone con molto meno di quanto avremmo voluto raccogliere. Purtroppo le gare sono anche queste e i problemi elettronici in vetture con tale grado di complessità non sono facili, e soprattutto veloci, da risolvere. Malgrado ciò, cerchiamo di cogliere il positivo del weekend, che ha visto un piccolo step in avanti a livello di competitività. Peccato per la qualifica di Felipe, meritava di più, poi in gara i tre piloti hanno condotto stint consistenti e con decisi riscontri cronometrici, confermando una buona competitività sul passo gara. La classifica assoluta era ormai fuori dalla nostra portata, ma l’aver concluso al traguardo è stata un’ottima reazione da parte dell’intera squadra”.

A Silverstone per il quarto round delle European Le Mans Series

C’è Silverstone nell’obiettivo della scuderia Cetilar Villorba Corse, che il 17-18 agosto arriva al giro di boa dell’European Le Mans Series 2018, il cui quarto dei sei round stagionali si disputa appunto sul tecnico circuito d’oltre Manica, uno dei più storici d’Europa.

Il team diretto da Raimondo Amadio ritorna così agli impegni nella serie endurance internazionale, dove la squadra, dopo le ottime prestazioni messe in mostra in casa a Monza e invece una più interlocutoria prova al Red Bull Ring, è in cerca di riscatto.

Alla 4 Ore di Silverstone Cetilar Villorba Corse schiera al via nella classe LMP2 la Dallara P217 motorizzata Gibson. Sul prototipo della categoria regina sono state di recente apportate alcune modifiche allo splitter anteriore per ottimizzarne l’aerodinamicità e al volante si ripresenta l’equipaggio formato da Roberto Lacorte, Giorgio Sernagiotto e il brasiliano già F1 Felipe Nasr, lo scorso giugno protagonisti in rimonta anche alla 24 Ore di Le Mans.

Sono 42 (con 16 LMP2) le vetture iscritte alla 4 Ore di Silverstone, evento che per la concomitanza con la 6 Ore del Mondiale Endurance si compie in due sole giornate: venerdì alle 10:35 e alle 14:45 sono in programma le due sessioni di prove libere da 90 minuti ciascuna; sabato le qualifiche riservate ai prototipi LMP2 a partire dalle 11:40 e la gara con partenza alle 14:30 (le 15:30 italiane), con diretta tv su SportItalia della partenza e delle prime ore della corsa (dalle 15:30 alle 17:15) e differita delle ultime fasi dell’arrivo (dalle 20:00 alle 20:30). Live streaming completo, invece, su www.europeanlemansseries.com

Il team principal Amadio commenta alla vigilia: “Torniamo con grande piacere a Silverstone, il circuito che nella scorsa stagione ha ospitato il nostro debutto assoluto nella classe LMP2 con la Dallara. Quest’anno vivremo questo importante appuntamento come tappa che invece apre la seconda parte della stagione. Senza dubbio è una pista molto difficile e impegnativa; avremo la possibilità di utilizzare alcune modifiche sullo splittter anteriore che su un tracciato dove è fondamentale avere un carico aerodinamico generale efficiente speriamo possano tornarci utili. E speriamo pure di riscattare la sfortunata prova austriaca del mese scorso. Ci aspettiamo un appuntamento molto duro, siamo comunque pronti per la seconda parte di stagione che poi ci porterà anche a Spa e Portimao augurandoci di continuare a crescere in competitività”.

Motorsport amarcord: la 24 Ore di Daytona di George Waltman

24 Ore di Daytona 1968, 65 vetture ai nastri di partenza, per una volta partiamo dal fondo… Ultima, con un tempo valido per lo schieramento, una vettura già fuori dal tempo, una Morgan Plus 4, quella della sigla di Lupin III per intenderci, una spider con tratti da signora anteguerra tutta merletti e tea delle 17, i parafanghi che abbracciano le ruote seguendo forme che non copiano il resto del corpo vettura, come ormai non si fa più da decenni. Ma fin qui tutto bene. Niente da segnalare nemmeno se andiamo a dare un occhio all’entry list per vedere quale bizzarra squadra si prende la briga di approcciare il banking della Florida con un mezzo così bizzarro: “Aztec Motor Racing”, mai sentito, ma vabbè… Un attimo, iniziano le cose strane: unico driver iscritto Mr. George Waltman, forse è il caso di andarlo a conoscere. George se ne sta sereno con tutta la sua crew, ossia completamente solo, in attesa del via… Non lo disturbi, ma cerchi di capire dove vuole arrivare, cerchi il suo racing transporter per vedere come si è organizzato, e subito capisci: la Morgan con cui correrà, è il mezzo con cui è partito da casa, New York per la precisione. Sono già 1600 Km, ancor prima di iniziare si è fatto in solitaria una bella Mille Miglia dei bei tempi andati, tutta intera… Ma cerchiamo di capire meglio in quale cavolo di affare si sta infilando. L’Endurance sta vivendo una vera e propria Golden Era, l’evoluzione tecnica e sportiva sta buttando un pista dei veri e propri mostri inimmaginabili poche stagioni prima.. Giriamo completamente prospettiva e guardiamo le prime file: in pole position (quasi un minuto più veloce di George) una Ford GT40 in livrea Gulf guidata da Jacky Ickx; bassa, capace di superare abbondantemente i 300 Km/h, quella sua bocca spalancata sul muso da vedere negli specchietti deve sembrarti pericolosa come un luccio. Poco più indietro, un nugolo di Porsche 907 coda lunga, dei balenotteri di 2200 cc capaci anch’essi di inghiottirti nei rettilinei come se fossi insignificante plancton. E ancora una Howmet a turbina, quel sibilo da uccello predatore in picchiata terrorizzerebbe chiunque, ma tu sembri non curartene.
Dopo capisco, la gente inizia ad interessarsi alla tua storia e presto viene fuori che durante la Seconda Guerra Mondiale pilotavi i B29, le Fortezze Volanti: in effetti, cosa ti può spaventare adesso? Mentre noi già ti vogliamo bene e in un impeto stupidamente paterno siamo ancora a sperare di vederti cambiare idea, ecco la gara partire con te già bello staccato nel rettilineo di partenza, cosa di cui in effetti non ti curi affatto. Quattro ore di guida continua, brevi soste per rifornimenti vari ed un ora di pausa, come da regolamento FIA, dove un pilota deve avere 60 minuti di requie ogni 240. Ne approfitti per mangiare, magari riposarti, mentre un piccolo capannello di persone si innamorano della tua impresa e ti offre ogni tipo di aiuto, compresi meccanici e piloti delle altre squadre. Ed è stato bellissimo vedere come nel 2018 le cose nel pianeta Endurance siano ancora così, quando alla 24 ore di Le Mans la Dallara #47 in livrea Cetilar ferita aveva bisogno di cure, con tanti avversari che si sono proposti per dare una mano.
Ma torniamo nel 1968: mentre davanti i colpi di scena si susseguono con la Porsche che artiglia il suo primo grande successo da leggenda, la Morgan fila come un orologio e ti permette addirittura una smacco a James Garner – si, l’attore del film cult Grand Prix, acerrimo nemico di Steve McQueen, il profeta di Le Mans. Garner è dietro. Allo scadere delle 24 Ore non sei ultimo, una sinuosa e temibile Corvette C3 è costretta a guardarti la coda: incredibile. Forse tu però nemmeno te ne curi, te la sei goduta e basta, adesso cambi olio, un check alle gomme e sei già in partenza per New York: un’altra 1000 Miglia e finalmente a casa. Buon ritorno, Mr. George Waltman.

(Joseph Porta)